Il blog di Roberto

808 miliardi di pagine web salvate nel tempo

Archeologia del web, questo è il sito Whyback macchine, LA nostra memoria digitale remota.
agina del Corriere della Sera del 1 Aprile 2005
Pagina del Corriere della Sera del 1 Aprile 2005

Un sito particolare, dove possiamo trovare molte pagine web congelate, per mostrarcele come erano in un determinato arco di tempo. Possiamo quindi visualizzare magari la home page di una determinata testata giornalistica on line alla data desiderata, per esempio La Repubblica in data 24 Febbraio 2001 ,sono catalogati anche siti non di primaria importanza, oppure siti ormai scomparsi.

Basta digitare l’indirizzo web nella casella di ricerca di https://archive.org/web,premere browser history e il gioco è fatto, ci troveremo davanti un calendario con la possibilità di visualizzare per data le vecchie pagine del sito.

Ben 808 miliardi di pagine salvate nel web, Si può cosi valutare come sono cambiate le impaginazione  e le strutture in generale dei siti web, ma anche riflettere sull’accelerazione subita negli ultimi anni dalla rete.

Molti siti sono scomparsi, ma i loro fantasmi rivivono grazie a questo sito, A pensarci bene https://archive.org/web sembra in un certo senso avvertirci, con una bonaria minaccia , dicendoci; attenzione il web non dimentica.

Tecnicamente mi affascina pensare a 435 miliardi di pagine web salvate nel tempo, e nello stesso tempo mi inquieta, dobbiamo essere contenti della memoria prodigiosa che ci mette in mano la tecnologia o dobbiamo spaventarci?

Non lo so, mi piacerebbe prendere a prestito, magari anche se sembra non inerente all’argomento, il Principio di Precauzione (PdP), adottato spesso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il quale è semplicemente un approccio alla gestione del rischio che si applica in circostanze di incertezza scientifica, e che riflette l’esigenza di intraprendere delle azioni a fronte di un rischio potenzialmente serio, senza attendere i risultati della ricerca scientifica.

Ecco, senza attendere i risultati, il che vuole dire; non conosci bene quello che ti aspetta, intraprendi comunque azioni di precauzione. Forse è la via di mezzo, magari un po’ vigliacca, non è proprio la mentalità del pioniere dell’esploratore, ma in un certo senso mi rassicura.


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