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Supertramp: 50 anni di “Crime of the Century”

Chiudete gli occhi e lasciatevi trasportare da un’onda di melodie indimenticabili. È il 1974 e i Supertramp ci regalano un gioiello assoluto: “Crime of the Century”. Un album che, 50 anni dopo, continua a farci sognare e a emozionare. Con brani come “Dreamer”, “Bloody Well Right” e “Hide In Your Shell”, i Supertramp riescono a entrare nelle classifiche sia inglesi che americane.

In questo articolo, cercheremo di ricordare questo stupendo album, sperando di stimolare la curiosità delle nuove generazioni per riascoltarlo.

Un Album che ha Segnato un’Epoca.

Per produrlo, la band si avvalse di Ken Scott, e il leggendario marchio di diffusori acustici KEF ha voluto ricordare l’uscita e la lavorazione di “Crime of the Century” in un incontro con lo stesso Scott, documentato in un video su YouTube.

Bob Siebenberg racconta che la casa discografica li relegarono in campagna a Southcombe, nel Somerset e dopo i difficili momenti dei primi album, che avevano portato a ben poco, forse quella sarebbe stata l’ultima possibilità data loro,ma lì scatto qualcosa, qualcosa che li portarono a costruire uno dei migliori album degli anni 70.

Ken Scott ricordando la genesi dell’album nell’intervista che potete vedere su youtube, sottolinea particolarmente più volte, che nelle prime settimane in quella casa di campagna dove erano stati mandati dalla casa discografica, combinarono ben poco, e che sin dall’inizio era contrario ad iniziare quell’avventura.

L’intervista, è molto interessante, e ci fa comprendere, le difficoltà tecniche incontrate nella registrazione dell’album, durata 6 mesi. Ascoltandolo si nota anche la nostalgia nei confronti di un modo di lavorare, ormai scomparso.

La Produzione di Ken Scott, intervista

Inizialmente sono stato contattato dalla A&M Records per fare un mix di una traccia chiamata “Land Ho” . L’ho fatto, alla A&M è piaciuto, ma la band era incerta al riguardo e non credo che sia mai stato effettivamente pubblicato. Ma la A&M ha detto: “Guarda, vorremmo che tu facessi un album con loro”. Ho detto: “Bene, mandami dei demo”, e i demo erano una vera schifezza. Ho detto: “Questo è ridicolo”. Jack Nelson, questo tizio americano che la Trident aveva portato per gestire i produttori, ha disse: “Sai cosa? Alla A&M piace questa band, dovremmo farlo”. Ho detto: “È una schifezza, non voglio farlo”. La cosa andò avanti per un paio di settimane, alla fine, stavano facendo uno showcase da qualche parte e Jack disse: “Andiamo a vederli e quello sarà il nostro sì o no definitivo”. Io dissi: “Bene”. Così andammo e questa volta fu un completo capovolgimento. Lui disse: “Oh, no, avevi ragione, non farli, sono una schifezza”. Io dissi: “Stai scherzando? Devo fare questo disco. Sono fantastici.

Curiosità e annedoti.

Si racconta che per il brano school, Scott andò da un suo amico che abitava nei pressi di una scuola è registrò i bambini durante la pausa pranzo. Queste forme di artigianato abbinate a doti non comuni contribuirono a creare un album indimenticabile.

Mentre per Rudy, sono Roger Hodgson e John Helliwell a recarsi alla stazione di London Paddington per registrare il treno che introduce la canzone, mentre il rumore della folla proviene da Leicester Square. L’annuncio del capostazione che si sente a 3’28” circa fu notato solo una volta rientrati in studio, e guarda caso faceva riferimento alle fermate di Didcot, luogo di provenienza del chitarrista, e Swindon città natale di Rick Davies.

Perfino quello che succede a 6’16” è frutto della fortuna. L’assolo di violino che si innesca come uno spettro, imprevisto e sorprendente, prima di essere risucchiato dalla risacca della sezione di archi, è merito di un suonatore ambulante.

Un altra particolarità raccontata da Scott, è inerente al brano Asylum. Che chiudeva il lato A del disco, nel brano,alla fine, si sente un orologio a cucu, ma solo nella versione CD ,non in quella LP dove la testina si alzava prima.

Supertramp – School (Live Hammersmith)
Copertina LP con Live

Un capolavoro nato dalla necessità.

Le migliori opere nascono dalle situazioni più difficili? Ecco, “Crime of the Century” ne è la prova lampante. Rerelegati in una casa di campagna e con la prospettiva di un possibile scioglimento della band, i Supertramp hanno trovato in quella ristretta libertà la scintilla creativa per dare vita a un capolavoro.

L’alchimia perfetta

Ma cosa rende questo album così speciale? Certamente la maestria di Ken Scott alla produzione, che ha saputo catturare l’essenza di ogni suono, e la cura maniacale per i dettagli, come dimostrano le registrazioni ambientali di “School” o le atmosfere ferroviarie di “Rudy”.

E poi ci sono le canzoni, vere e proprie gemme che hanno segnato un’epoca: da “Dreamer”, con la sua melodia avvolgente, a “Bloody Well Right”, “Hide In Your Shell”. Ogni brano è un piccolo universo, ricco di sfumature e di emozioni.

Ascoltare “Crime of the Century” oggi è come fare un tuffo nel passato, in un’epoca in cui la musica era un’arte e non solo un prodotto di consumo. Un’epoca in cui i musicisti dedicavano mesi, alla realizzazione di un album, e il risultato era un’opera unica.

Perché ascoltare “Crime of the Century” oggi ?

La buona musica non invecchia mai. Perché le emozioni che trasmette sono universali. Perché è un album che ci insegna che anche nei momenti più bui è possibile trovare la luce e creare qualcosa di straordinario.
Negli anni ’70, la musica era un viaggio, ogni album era un’avventura sonora e “Crime of the Century” ne è la prova.

Ascoltando questo album, puoi percepire la passione e l’artigianalità che i musicisti degli anni ’70 mettevano nella loro arte, qualcosa che spesso manca nella musica contemporanea, dominata da ritmi prefabbricati e melodie ripetitive. È un’opportunità per apprezzare la qualità e la profondità della musica di quel periodo.


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