Amapola, Renato Sellani e Danilo Rea, due Jazzisti di due epoche e formazione diverse, incidono quest’album nel 2008, bello e intriso di fascino.
Non si riesce a percepire cosa c’entri in copertina quella figura giapponese. Con Amapola c’entra ben poco, brano scritto da José María Lacalle García compositore spagnolo – americano nel 1930. Forse la copertina è voluta dalla casa discografica giapponese Venus Records, per ragioni di mercato. Ritornando all’album, e ai suoi protagonisti, come dicevo due formazione diverse; Danilo Rea diploma di pianoforte al Conservatorio di Santa Cecilia, Sellani autodidatta, entrambi grandi jazzisti, da non esperto e da persona che si lascia trascinare dalla bella musica, mi chiedevo ascoltando l’album, chi era l’autodidatta.
Entrambi nell’album reinterpretano in chiave jazz classici della canzone italiana e non solo, “Mi sono innamorato di te” e “Quando” di Tenco, particolarmente riuscite .Altra da ascoltare è “You Never Told Me”, un brano musicato da Piero Piccioni e cantato per la nella versione originale da Alberto Sordi, colonna sonora del film Fumo di Londra. La versione italiana di questa canzone, intitolata Breve Amore, fu incisa da Mina. You Never Told Me, è questo il brano che preferisco dell’intero album ed a cui sono più affezionato; poi c’è appunto la splendida Amapola.
Sellani e Rea sono anche accomunati nel grande amore e considerazione che Mina ha per loro; non dimentichiamo che Sellani ha accompagnato Mina in concerti, alla Bussola per esempio, e in studio, basta ricordare il famoso brano “E se domani”, al piano c è lui. Anche Danilo Rea, lo ritroviamo spessissimo con Mina, nel 2001, è per esempio al piano per partecipare alla realizzazione di “Mina in Studio”, il documentario in cui la cantante riappare in video dopo molti anni.
Sellani nella sua lunga carriera incide con grandi jazzisti; Chet Baker, lo scelse come pianista per l’incisione dell’album ” Chet Baker in Milan”.
Scrive lui stesso per il teatro Aspettando Godot, per il Piccolo Teatro di Milano e per alcuni spettacoli di Tino Buazzelli. C’é un altro disco suonato in coppia da Sellani, questa volta con Enrico Rava, che si intitola “radio-days”, del 2009. Quando la musica si ascoltavano solo alla radio, e ci si sedeva con attenzione davanti a questa.
Di questo disco apprezzo molto la versione di “munasterio è santa chiara”, piano e tromba, 2 minuti e 47 secondi incantevoli, ascoltatela ne vale la pena. Parlando di Sellani, nel web si trovano varie interviste. Davvero grande musicista, un assiduo frequentatore di Umbria Jazz,e delle sale biliardo.
Questo estratto è un toccante ricordo sul Messaggero di Marco Molendini il 2 Novebre 2014 dopo la sua morte avvenuta a 88 anni.
Se ne va Renato Sellani, grande pianista, musicista schivo, persona squisita, gran fumatore, caro amico. Se ne va all’improvviso coi suoi 88 anni, i suoi tanti ricordi, la musica nel cuore. Autodidatta, decano del jazz, lo ricordiamo puntuale ogni anno ospite di Umbria jazz alla testa di un trio (con il fidatissimo e inseparabile Massimo Moriconi al contrabbasso e Massimo Manzi alla batteria) con cui accarezzava i classici della musica, con sobrietà, senza mai cedere al compiacimento, condendo i suoi concerti con le sue fulminanti battute.
Renato era un gran personaggio del jazz e non solo. Animatore della Milano degli anni 50.
Nella sua lunga carriera ha scritto anche musiche per il teatro, Aspettando Godot «Una registrazione dello spettacolo fu spedita a Beckett a Parigi. Ci rispose con un biglietto in cui si complimentava per l’allestimento, ma in particolare per le musiche. Una piccola soddisfazione» ricordava condendo la sua modestia con un sorriso. E una sigaretta.
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